LA NASCITA DEL CALZATURIFICIO E IL BOOM ECONOMICO
Nel 1866 sorse a Vigevano il primo calzaturificio industriale italiano grazie all’imprenditorialità dei Fratelli Bocca. La manifattura calzaturiera iniziò ad affermarsi durante la prima guerra mondiale per raggiungere l’apice negli anni Cinquanta, in questi anni iniziò l’esportazione di scarpe in tutta Italia e all’estero questo permise a Vigevano di guadagnarsi il titolo di capitale della calzatura.
Dopo il boom economico degli anni Cinquanta e Sessanta, iniziò il declino del settore a partire dagli anni Settanta ed ebbe inizio una crisi sempre più profonda che portò al decentramento della produzione verso i paesi in via di sviluppo per contrastare la concorrenza interna e assicurarsi maggior guadagni. Rimase più stabile l’industria metalmeccanica finalizzata a produrre macchinari per la lavorazione delle calzature.
Oggi il settore calzaturiero è ancora presente, purtroppo in una forma molto ridotta rispetto al passato.
PRIMATI VIGEVANESI
L’idea del primo tacco a spillo e delle prime scarpe in gomma nascono a Vigevano. La città è famosa in tutto il mondo e crea calzature di altissima qualità che vengono indossate addirittura da papi e da sceicchi. Negli anni Sessanta si contano circa 1000 aziende e una produzione di 30 milioni di scarpe l’anno che si distingue per alta qualità, stile e creatività.
MUSEO INTERNAZIONALE DELLA CALZATURA
Il nostro viaggio prende spunto dallo studio del Museo della Calzatura e dalla visita all’Archivio Storico Vigevanese. Il Museo, intitolato all’imprenditore vigevanese Pietro Bertolini, è una celebrazione alla genialità dei grandi visionari imprenditori e artigiani che hanno fatto la storia della città. In Archivio abbiamo potuto visionare materiale relativo ad alcuni stilisti locali.
ANDREA PFISTER
Andrea Pfister è stato un maestro della calzatura femminile, noto per la sua creatività e originalità. Nato a Pesaro nel 1942 da genitori svizzeri, trascorse l’infanzia in Svizzera prima di trasferirsi a Firenze per studiare arte e lingue. Nel 1961 si specializzò in design calzaturiero presso l’Istituto Ars Sutoria di Milano, vincendo l’anno successivo il primo premio al concorso internazionale di design ad Amsterdam con il modello “Comedie”.
Si trasferì a Parigi, capitale della moda, dove lavorò con Lanvin e Jean Patou. Fu in questi anni che affinò il suo stile, a cavallo tra artigianato e avanguardia. Nel 1965 lanciò la sua prima collezione personale.
Insieme a Jean-Pierre Dupré, aprì una boutique in rue Cambon, cuore della moda parigina. Fondarono una fabbrica a Vigevano, città simbolo della calzatura italiana, dove venivano prodotte scarpe per grandi nomi dell’haute couture. La produzione nella fabbrica di Vigevano garantiva qualità italiana, mentre la progettazione avveniva a Parigi. Collaborò con case di moda come Chanel, Dior, Yves Saint Laurent, e molti altri.
Le sue creazioni furono indossate da numerose celebrità, tra cui Elizabeth Taylor, Cher, Madonna, Julia Roberts, Ursula Andress, Nancy Reagan e Hillary Clinton.
Lo stile calzaturiero di Andrea Pfister è considerato tra i più riconoscibili e innovativi del XX Secolo, una combinazione di eleganza, ironia, teatralità e arte. Le sue collezioni surreali traevano ispirazione dal Barocco, dai pittori del ‘900, dalla natura, dalla “joie de vivre” e dalla cultura pop.
Utilizzava il colore per esprimere umorismo, provocazione o poesia e materiali quali seta, velluto, pelle pregiata, piume, perle, cristalli Swarovski, spesso in combinazioni inusuali. Creò anche scarpe completamente in oro a 18 carati, simbolo estremo del lusso. Famosissimi i suoi sandali con enormi fiori in pelle o tessuto e l’invenzione di una serie di tacchi assolutamente innovativi.
Pur creando per donne famose, non idealizzava una bellezza standard: le sue scarpe erano fatte per dare potere e identità a chi le indossava, rompendo gli schemi della femminilità stereotipata. Vigevano gli ha dedicato la mostra “Andrea Pfister. Sogni, arte e scarpe”.
ARMANDO POLLINI
Armando Pollini nasce a Vigevano nel 1935. Iniziò la carriera di stilista nel 1953 durante questi anni, prima che Roger Vivier lanciasse la moda del tacco a spillo, Pollini ideò un rilievo sottile in alluminio da porre nelle parti posteriori delle scarpe. A differenza del tacco in legno quello in alluminio poteva essere molto più sottile. Nel 1957, si reca a Parigi e fece la conoscenza di stilisti come Paco Rabanne e Kenzo. Apre il proprio atelier nel 1958 e inizia a collaborare con importanti aziende mondiali, la prima scarpa lanciata sul mercato aveva un tacco basso ed era più comoda rispetto a quelle con il tacco a spillo allora di moda. Negli anni Sessanta conobbe Elio Fiorucci, che gli insegnò l’importanza delle pubbliche relazioni e assieme al quale avviò una collaborazione che durò per molto tempo. È a lui che si deve la creazione dello “zatterone”, che caratterizzerà la moda degli anni ’70 e grazie al quale otterà i primi riconoscimenti a Londra.
A partire dagli anni ’80 venne aperta l’Armando Pollini Design, lo stilista disegna solo per il proprio marchio e contribuisce a sviluppare e diffondere i nuovi materiali sintetici nelle calzature; le sue scarpe in stretch confortevoli, in stile minimalista hanno grande successo negli anni ’90, e il più importante giornale di moda calzaturiera degli USA lo definisce “the King of elast”. È l’inventore di “Ballet”, la ballerina ambidestra.
Pollini lavorò anche come curatore del Museo della calzatura di Vigevano al quale, nel 2004, ha donato la propria collezione.
MANOLO BLAHNIK
Nasce a Santa Cruz de la Palma nel 1942.
Famoso designer mondiale, realizza a Vigevano modelli molto particolari sia per la forma che per i materiali utilizzati. Ha ricevuto la Scarpetta d’Oro, massima onorificenza cittadina, per aver contribuito, con la sua creatività all’elevazione delle scarpe ad “oggetto d’arte” e a far conoscere la grande capacità artigianale del distretto calzaturiero vigevanese.
Nel 2019 la Maison, acquisì il controllo della RE MARCELLO di Vigevano, calzaturificio fondato dalla famiglia Re nel 1938 e leader in Italia nella produzione delle calzature da donna. Per 28 anni il calzaturificio italiano ha prodotto le scarpe firmate dal designer spagnolo.
Blahnik ha disegnato le calzature della protagonista del film “Marie Antoinette” ed è conosciuto dal pubblico televisivo per le frequenti citazioni nel serial “Sex & the City”, in cui la protagonista, Carrie Bradshaw, affermava “Prendetemi tutto ma non le mie Manolos”.
ALESSANDRO GRAVATI
Gravati ha una storia lunghissima iniziata nel 1909 a Vigevano. L’azienda, fondata da Alessandro Gravati, ha sempre puntato sul mantenimento dell’artigianalità, sulla scelta e sulla qualità dei materiali. Nel corso dei decenni, Gravati ha saputo adattarsi ai cambiamenti della moda senza mai tradire la sua identità e il suo impegno verso l’eccellenza artigianale. La filosofia di Gravati si basava sull’idea che le scarpe dovevano essere più di un semplice accessorio ma una vera espressione di stile e personalità. Venivano utilizzati materiali come pelli di vitello, camoscio e suole in cuoio, garantendo comodità e durata nel tempo. Ogni paio di scarpe veniva rifinito a mano con grande attenzione per i dettagli. Uno dei pezzi più iconici era il mocassino con il suo design senza tempo e la sua qualità impeccabile. Purtroppo, dopo la pandemia e con la morte di Ettore Gravati, l’azienda chiude.
GINO ALDROVANDI
Gino Aldrovandi, insieme alla moglie, fu uno dei protagonisti fra gli anni ’50 e gli anni ’70 dell’imprenditoria vigevanese.
Nel 1947, fonda l’azienda “Gino Aldrovandi” con una produzione elegante di calzature da donna fra le più riconoscibili nel panorama dell’epoca per stile e per tecnica. Fu tra i primi a sviluppare modelli con tacco a spillo. Gino si occupava dello sviluppo dei modelli, del marketing e della parte finanziaria; la moglie Angela sovraintendeva a tutti gli aspetti produttivi. Grazie alla qualità dei suoi modelli ricevette importanti riconoscimenti: Gino Aldrovandi vinse l’Oscar per la migliore calzatura femminile, assegnato dall’Accademia Internazionale della Calzatura di Torino nel 1964 e nel 1970, mentre nel 1974 vinse l’Oscar della Moda a Montecatini.
SLZ SOLAZZO
L’azienda viene fondata da Natalino Solazzo, operando per conto di grandi aziende vigevanesi e occupandosi solo di alcune lavorazioni della scarpa. A partire dagli anni Settanta l’azienda si dedica alla produzione completa di scarpe da uomo focalizzandosi sul classico mocassino.
In seguito Solazzo comincia a collaborare con diversi brand del lusso, sempre con scarpe da uomo, proponendo, anno dopo anno, una linea di tendenza per la moda, senza però mai tralasciare raffinatezza, classe, stile e gusto contribuendo a far apprezzare il made in Italy.
La SLZ Solazzo, a conduzione familiare e ancora presente sul mercato, mantiene le caratteristiche di un calzaturificio artigianale. I prodotti sono di alta qualità e principalmente si realizzano scarpe da uomo con pelli e materiali pregiati e grande attenzione per i dettagli.
CESARE MARTINOLI – CAIMAR
Il calzaturificio Cesare Martinoli – Caimar, fondato nel 1944, rappresenta ancora oggi un’eccellenza italiana in campo calzaturiero apprezzato anche da grandi firme della moda che si rivolgono all’azienda per realizzare le proprie collezioni di calzature.
ARTURO GORLINI
Arturo Gorlini, stilista vigevanese, crea e disegna a mano tutti i modelli della collezione ancora su carta, come si faceva una volta, successivamente i bozzetti vengono disegnati sulla forma in 3D, un passaggio essenziale per verificare la fattibilità di sviluppo e la comodità delle calzature; a questo punto il disegno 3D viene passato alla modelleria e poi alle cucitrici, che assemblano i singoli pezzi. Le calzature Arturo Gorlini sono un’altissima espressione del Made in Italy.